Scuola: 20 milioni per il sistema integrato di istruzione 0-6 anni dell’Emilia-Romagna

Sono 20 milioni (sui 209 complessivi) i fondi destinati all’Emilia-Romagna per il nuovo sistema integrato di istruzione da 0 a 6 anni previsto con la legge di riforma 107 del 2015, la cosiddetta “Buona Scuola”.

“È un’ottima notizia. Ora l’auspicio è che i Comuni, a cominciare dai capoluoghi di provincia, utilizzino questi fondi per ridurre le rette”, commenta Alfredo Caltabiano, presidente regionale del Forum delle Famiglie. “Penso soprattutto ai quei Comuni della nostra regione che oggi fanno pagare rette alte in particolare alla fascia media della popolazione, disincentivando così l’utilizzo degli asili ma anche il desiderio di mettere al mondo figli”.

La grave crisi demografica in cui è entrato il nostro Paese, infatti, sta facendo emergere sempre di più la necessità di adottare politiche a favore delle Famiglie. Ma è necessario che le amministrazioni pubbliche capiscano che le politiche familiari non si devono ridurre – come invece succede spesso ora – solo a forme assistenziali.

Un recente studio di Gian Carlo Blangiardo, professore dell’Università Bicocca di Milano, ha messo in evidenza che la differenza tra Italia e Francia – a quasi parità di popolazione, in Francia nascono 785mila bambini l’anno contro i 474mila in Italia -, non sta nella fascia di reddito bassa, dove le famiglie italiane hanno benefici pari a quelle francesi, ma nella fascia media. Inoltre, il divario di reddito disponibile aumenta con l’aumentare dei figli: le famiglie italiane, rispetto alle francesi, hanno sempre minor reddito disponibile rispetto al crescere del numero dei figli.

“È sulla fascia media che bisogna intervenire – sollecita Caltabiano -, si deve passare dall’assistenzialismo alle politiche che tengano conto in maniera adeguata dei carichi familiari (numero di figli, disabilità, monogenitorialità e altre componenti qualitative del nucleo famigliare): il meccanismo mette le basi nell’ISEE per arrivare al Fattore Famiglia”.

Il presidente Caltabiano conclude con un invito agli amministratori pubblici: “È giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti, il loop demografico non consente di perdere altro tempo: utilizzate i fondi per la riduzione delle rette adottando il Fattore Famiglia. È un passaggio soprattutto culturale quello di considerare la Famiglia non come una malattia ma come una cura, considerare i figli non più come una scelta privata, ma come un bene utile a tutta la comunità. Il Forum è a disposizione per supportare le amministrazioni locali nell’adozione del Fattore Famiglia”.

COS’È IL FATTORE FAMIGLIA
È il meccanismo proposto dal Forum delle associazioni familiari per quantificare correttamente la capacità contributiva di una persona.
L’idea di base del fattore famiglia è quella per cui non sono tassabili le spese indispensabili per il mantenimento e accrescimento della famiglia. Il fattore famiglia introduce un livello di reddito non tassabile (cosiddetta “no tax area”) crescente all’aumentare del numero dei componenti della famiglia secondo una scala di equivalenza. Verrà quindi tassata solo la quota di reddito familiare che eccede il minimo vitale. Il Fattore famiglia avvantaggia le famiglie con più figli (in particolare da 3 figli in su), e le famiglie mono-genitoriali, tanto più quanto il reddito familiare è basso.